domenica 29 aprile 2012

UN BIOPARCO A VITERBO

Oramai è deciso “Un Bioparco a Viterbo”

In piazza Dante Alighieri, angolo Via Mazzini, a ridosso della parete della Parrocchia di San Giovanni Evangelista abbiamo un altro storico ricordo delle nostre origini.

Un Sarcofago del XII Secolo, il restauro sembra sia stato eseguito nel 2004 ed è visibile e ben protetto, peccato che sia in uno stato di abbandono totale con le erbacce che coprono il tutto sia all’interno che all’esterno del vetro di protezione, inoltre a completare l’opera una bella struttura moderna di metallo zincato come a formare la gabbia di uno Zoo.

E’ bello sapere che nel prossimo futuro avremo uno Zoo a Viterbo in piazza Dante Alighieri, piuttosto speriamo che venga tramutato in Bioparco.

I lavori di ristrutturazione e consolidamento della Parrocchia sono iniziati il 12 aprile 2010 e dovevano finire dopo 180 giorni, siamo a aprile 2012 e l’area esterna che era dedicata al cantiere ancora è lì a fare bella mostra di se.

Si aprono scommesse.

Le quote:

Lo scarica barile                                                             0,25

Il ripristino dell’area                                                     1,17

Il reale interesse nel risolvere questa vergogna      2,38



Non preoccupatevi, questo pezzetto di cultura è già sepolta, è solamente da ripulire.


Tuscia Vola

Marco Cataudella









L'ETEREA CULTURA

Nella Superstrada Orte – Viterbo, che forse un domani arriverà anche a Civitavecchia, hanno fatto un nuovo svincolo, bello, lucido e spolverato, hanno passato pure lo straccio e lavato a terra, si trova tra Vitorchiano e Viterbo e poi quei bei cartelli che ci indicano le varie destinazioni, Bagnaia, Vitorchiano e Montefiascone.

Più lo si guarda e più vengono dubbi, qualche cosa non torna! Ma certo! L’eterea cultura è stata nuovamente dimenticata, mancano i cartelli che indicano Ferento da una parte, Villa Lante e la Basilica di S. Maria della Quercia dall’altra, tre siti d’importanza assoluta.

A essere corretti, sulla superstrada, un centinaio di metri prima dello svincolo, troviamo il cartello che ci indica Villa Lante ma poi se ne perdono le tracce appena si esce dallo svincolo, trovare un sito importante è riservato ai soli Turisti più temerari!

E’ vero che è l’ANAS che si occupa della Superstrada, ma com’è mai possibile che ci facciamo sfuggire ogni occasione e cominciamo sempre da quelle più semplici, sarà forse complicato telefonare all’ANAS e chiedere di mettere dei cartelli che indicano siti d’importanza storica e soprattutto turistica, se il problema è economico, volendo si può anche organizzare una bella raccolta fondi per l’acquisto degli stessi, un banchetto in piazza Delle Erbe, un paio di cartelloni e via alla colletta.

L’unico consiglio che posso dare è di avere meno visioni eteree, oltre all’onnipresente solidarietà su tutto quello che si muove. Vanno semplicemente acquistati dieci cartelli, sono di colore marrone, quelli che si usano per indicazioni di località o punti d’interesse storico, artistico, culturale e turistico e in più per denominazioni geografiche, ecologiche, di ricreazione e per i campeggi, servono proprio per condurre i turisti nelle direzioni giuste.

Ovviamente non scordiamoci di mettere il cartello in via Bianchini e non confondetevi! Questo è di colore blu con scritte bianche, si narra che un residente della via abbia vagato invano per settimane, prima di ritrovare la strada di casa! E per non essere da meno nei confronti degli altri, “SIAMO SOLIDALI CON IL RESIDENTE DÌ VIA BIANCHINI, CHE GIROVAGO’ PER SETTIMANE ALLA RICERCA DELLA PROPRIA STRADA DÌ RESIDENZA”, vi ricordiamo che via Bianchini è una traversa di via Garbini e nessuno la trova da anni per la mancanza di segnaletica verticale; la stessa che manca nella Superstrada, dove i pali per l’affissione già ci sono e il totale dei cartelli di segnalazione sale a undici.

Tuscia Vola

Marco Cataudella






SUTRI: ANFITEATRO E MITREO

Sono quindici giorni che si parla ovunque di cultura.

Morta, viva, sepolta, in sospensione, all’angolo, protagonista, divina, in lutto, condite il tutto come vi pare e piace, ognuno la scrive e la pensa come vuole, il poeta la decanta, l’attore, la recita con ardore, il giornalista la trasforma in articoli, il pittore la illustra, il fotografo la rende immortale, poi abbiamo il cantante, lo scrittore e tante ma tante altre forme di cultura con il politico che la cavalca prima e la dimentica dopo.

Se decidete di fare un salto a Sutri di domenica pomeriggio, non andate né all’Anfiteatro Romano né al Mitreo, tanto sono chiusi.

E cosa siamo capaci di tenere chiusi?

L’anfiteatro Romano: Completamente scavato nel tufo, una costruzione  che risale all’epoca romana, tra la fine del I secolo avanti Cristo e il I dopo Cristo, nel momento di maggior splendore dell’antica città di Sutri.

Il Mitreo: Fu tomba etrusca, tempio pagano dedicato al dio mitra, chiesa cristiana dedicata dapprima a S. Michele Arcangelo, e poi alla Madonna con il Bambino (S. Maria del Parto). Duemila e seicento anni di storia e cultura, il mistero che emana affascina tutti quelli che la visitano.

Entrambi rimangono chiusi la domenica pomeriggio, quando le persone non lavorano e decidono di fare i turisti. Meglio non sapere a chi si potrebbero fare i complimenti di questa gestione cosi intelligente.

Ovviamente i siti archeologici della Tuscia a che servono, tolti i paesi, Tarquinia e Montalto di Castro che si distinguono nel promuovere i loro siti archeologici (mi scuso se ho dimenticato qualcun altro), il resto dei siti li possiamo anche ricoprire con la terra e magari mettiamoci sopra pure una bella lapide, almeno la cultura la seppelliamo veramente e per epitaffio potremmo mettere quello che il filosofo tedesco Immanuel Kant ha fatto scrivere sulla sua lapide: IL CIELO STELLATO SOPRA DÌ ME, LA LEGGE MORALE DENTRO DÌ ME.

L’incompetenza nel gestire le nostre risorse culturali ed economiche è indicibile, una vergogna senza scuse e l’unica risposta che sanno dare è quella dello scarica barile.

In un momento di grave crisi economica come questo, chiudiamo l’unica industria che può creare reddito, la cultura in tutte le sue forme.

Complimenti a tutti i responsabili per la loro, staticità, incapacità e cecità.

Tuscia Vola

Marco Cataudella